venerdì 26 febbraio 2016

Scivoli di nuovo.

Nel tuo piccolo coltivi un sacco di fiori preziosi. Hai un tetto sopra la testa, una famiglia al tuo fianco e col tempo, nonostante il brutto caratteraccio e le lune storte, hai maturato due o tre solide amicizie. Hai un lavoro e la possibilità di toglierti qualche sfizio, che in tempi di crisi non è poi così male.
Eppure, vai giù. E speri di toccare il fondo. Speri che la forza di gravità ti spinga così forte verso il basso tanto da farti balzare indietro per farti risalire, senza che tu nemmeno te ne accorga.
E non hai voglia di pensare a quante siano le fortune di cui non sei grato. Non hai voglia di indossare gli abiti della persona realista, perché oggi ti vanno stretti.

E sprofondi. Affondi. Affoghi.

sabato 20 febbraio 2016

Domenica bestiale.

E' scientificamente provato che, un corpo sottoposto ad assenza totale di stress nell'arco di una settimana, s'ammala. Il trauma psicologico comincia la domenica mattina, quando il soggetto a stento si alza dal letto, bloccato da acciacchi simili a quelli di un novantacinquenne con l'artrosi. Ossa rotte, muscoli indolenziti. Più che il reduce da una settimana di ferie sembra essere sopravvissuto ad un investimento da tir. Naturalmente, per pura scelta casuale di chissà chi, puntualmente cominciano i sintomi di una delle milleinfinite influenze in circolo. Che sia intestinale o influenzale non importa. Non c'è ultimo giorno di ferie che non si rispetti che non venga trascorso facendo un tuttuno col divano e il pigiama di casa. In alto i calici di Tachifludec e aperitivi a base di Tachipirina. E viva il lunedì, che in men che non si dica riporterà lo stress a livelli colossali e darà fine all'abuso di fazzoletti di carta per il naso, salvando la Terra da un possibile disboscamento.


giovedì 18 febbraio 2016

Vendo vena artistica di seconda mano, ma tenuta in ottime condizioni. Prezzo trattabile. No perdi tempo.

Verrà il giorno in cui su e bay, di questo passo, la gente venderà persino la propria anima, che tanto non gli serve più ad un bel niente. Insieme a quella, si metterà all' asta il proprio pudore, il rispetto per gli altri e la coerenza verso sé e verso tutti. Venderemo in pillole la nostra creatività, in fiale la nostra unicità e il nostro essere "inimitabili". Libertà di pensiero e capacità di azione in svendita totale. Verrà il giorno in cui inventeranno stampanti che sfornano baguette senza glutine e cellulari che preparano il cappuccino con latte di soia. Verrà il giorno in cui ci sarà l'opportunità di scaricare l'applicazione per respirare e (per gli uomini più esigenti) l'applicazione per centrare la tazza del water per fare pipì. E diamo la colpa alla crisi, alla vita frenetica, ai figli, ai genitori anziani, al cane che va portato a fare un giretto almeno tre volte al dì. Diamo la colpa al fatto che si stava meglio quando si stava peggio, quando si viveva di pane e cipolle e non c'era la tivù.

Generazioni in cui al posto dei sogni nel cassetto ci tengono tre o quattro calzini che, se miracolosamente non sono spaiati, hanno i buchi.

lunedì 15 febbraio 2016

(Non) sono solo "canzonette".

Ognuno, come nei film, è fatto di memorabili colonne sonore, scritte apposta per mettere in evidenza l'emozione, meravigliosamente bella o tremendamente brutta che sia, provata in un momento da ricordare per sempre. Non importa quanti saranno gli ascolti, nè se finirà nella prossima "top 100" del Rolling Stone. La sola cosa che conta è che per chi la possiede diventi come il segno della matita sulle pagine di un libro, che sottolinei timidamente ma decisa le citazioni che tolgono letteralmente  il fiato perché parlano di te attraverso le parole di qualcun altro.

La prima volta, il primo bacio, il primo viaggio in motorino l'estate della maturitá.
L'ultimo amplesso. L'ultimo bacio. L'ultimo viaggio verso casa dopo essere stati lasciati. 

Incredibile come una canzone, riascoltata a distanza di anni, ti riporti esattamente lí dove ti trovarvi allora. Facendoti rizzare i peli delle braccia verso il cielo, stringendoti un nodo strettissimo all'altezza della gola, aumentando il diametro delle pupille e facendoti sudare persino in mezzo all'ombelico. Incredibile come, un ritornello che per qualcuno non significhi niente, per un altro rappresenti davvero tutto.

Col passare delle colonne sonore ho stilato una compilation che tengo segretamente raccolta in un'usb. L'ho nascosta in macchina. Ecco perché, nei momenti di crisi, sfodero la stupida scusa che guidare mi rilassa solo se sono sola e parto, insieme alla prima traccia. Fino all'ultima. E, di tanto in tanto aggiorno la playlist, aggiungendo pezzi di persone, di attimi, di gesti in formato mp3. 

Quindi, che sia Orietta Berti a consigliarti di non remare troppo e lasciare andare la barca dove vuole andare prendendo le giornate così come sono o David Bowie a renderle memorabili facendoti sentire un "hero just for one day", fa che ogni giorno della tua Vita abbia la sua speciale colonna sonora.







mercoledì 10 febbraio 2016

Mi sveglio col piede sinistro, quello giusto.

Aprire gli occhi precedendo il suono della sveglia non è mai un buon segno, o quasi.
Nel peggiore dei casi si vuole sfuggire ad una terrificante notte insonne, fatta di incubi e cattivi pensieri. In altri si spera che occupando i minuti che  ci separano da quello squillo inconfondibile facendo due lavatrici, portando fuori il cane (eventualmente ripiegando su quello dei vicini se non in possesso di uno proprio), impastando la pizza per la cena che verrà, si scacceranno ansia e preoccupazioni, sfuggendoli. Per fortuna però, ci sono mattine in cui, precedere il suono della sveglia è solo questo. Godersi il cielo ancora stellato, pronto a lasciar spazio ad un'alba ancora timida, ma meravigliosa. Annusare l'aria impregnata dei croissant al cioccolato appena sfornati dal panettiere dietro l'angolo. Ascoltare il silenzio, non pensare più a niente. Ci sono mattine in cui alzarsi dal letto per abbandonare coraggiosamente il tepore invernale o la frescura estiva delle lenzuola diventa un gesto naturale. E l'amaro in bocca lasciato da una notte insonne si trasforma in oro. L'ansia si plasma in energia positiva e le preoccupazioni si accettano, si vivono, senza il tormento di comprenderle sempre. Ci sono mattine così, in cui la felicità la vedi solo se quando ti alzi indossi gli occhiali giusti. E la smetti di affidarti a Paolo Fox, alle riviste patinate che stilano elenchi chilometrici su come la Felicità la puoi ottenere senza muovere un dito. Manna dal cielo per chi, troppo spesso la propria gioia la cerca sperando che esista un foglietto illustrativo pronto all'uso.

"La felicità è lo stato d'animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri. La nozione di felicità intesa come condizione (più o meno stabile) di soddisfazione. Il termine non solo indica gioia ma l'accettazione del diverso e la tranquillità con gli altri. Tale concezione varia, naturalmente, col variare della visione-concezione del mondo e della vita su di esso."

lunedì 8 febbraio 2016

Ricetta per una Vita (im)perfetta.

Ci ostiniamo a cercare gli ingredienti di una Vita che non ci appartiene, rincorrendo un'esistenza senza margine d'errore. Pretendendo di più, tollerando di meno, rimanendo sempre uguali, ma sentendoci sempre "diversi" rispetto all'idea di perfezione che qualcuno ha dettato per noi.
Come se esistesse un metro di misurazione, come se ci fosse una bilancia speciale che calcoli in chilogrammi il nostro valore e ci classifichi in base al suo peso.

"Unire un corpo 90,60,90 ad un metro e settantacinque di altezza. Mescolare vigorosamente e aggiungere poco alla volta due occhi da cerbiatta, le labbra della Roberts e gli addominali di Jill Cooper. Cuocere per venti minuti a 180 gradi, sfornare e servire ancora caldo."

Che poi, fondamentalmente io sono quella che nell'impasto non ha mai affondato né una forchetta né tantomeno uno straccio di stuzzicadenti per verificarne la cottura. Quella che "un po' di zucchero in più non fa mai male. Il dolce dev'essere dolce, altrimenti che razza di dolce è?!".

E allora al diavolo il metro. Al diavolo la bilancia. Al diavolo le ricette di Masterchef Italia.
Il segreto è fare come mia nonna, che andava "ad occhio e croce" e, nonostante qualche torta abbronzata e qualche biscotto un po' croccante rispetto alla media,  ha sempre fatto un gran bel figurone, sfornando crostate alla mela da fare invidia a Biancaneve.